Il Lasciare Andare

Il segreto non è dimenticare, ma lasciare andare. E quando tutto se ne sarà andato, sarai ricco nella perdita”.

Rebecca Solnit

Il lasciare andare è l’ultimo dei 7 Pilastri della Mindfulness.

Come sempre vi ricordo che quando parliamo dei 7 Pilastri ci riferiamo in particolar modo alla pratica meditativa.

Il lasciare andare o non attaccamento significa accettare le cose così come sono. Capita di frequente che quando ci sediamo a meditare la nostra mente e il nostro corpo inizino a produrre pensieri, emozioni, sensazioni, alcuni ci piacciono talmente tanto che vorremmo tenerli con noi per sempre, altri invece ci turbano e ci infastidiscono, vorremmo che non fossero mai stati prodotti, il lasciare andare consiste nel non aggrapparsi alle nostre produzioni, belle o brutte che siano e ci spinge ad essere semplicemente spettatori di ciò che accade sul palcoscenico della nostra mente e del nostro corpo: “quando notiamo che la mente tende ad attaccarsi a qualcosa o a respingere qualcosa, possiamo ricordarci di lasciare andare quegli impulsi, di proposito, per vedere cosa succede. Quando ci troviamo a giudicare la nostra esperienza possiamo lasciare andare quei giudizi. Ci limitiamo a registrarli, senza dare loro ulteriore energia.”(Kabat-Zinn) Leggi tutto “Il Lasciare Andare”

Il “Non Cercare Risultati”

è proprio quando non hai aspettative che la vita ti regala le gioie migliori”

Il Non Cercare Risultati è un altro dei 7 Pilastri della Mindfulness.

Meditare è essenzialmente non fare.

La maggior parte delle nostre azioni sono finalizzate ad ottenere un determinato risultato (ed è giusto sia così), questo per la Mindfulness è invece un ostacolo. L’unica finalità della pratica meditativa è quella di essere se stessi, potrà apparire bizzarro, ma in realtà già siamo noi stessi, ma si tratta di un modo differente di essere se stessi, senza ricerca di risultati, solo il semplice “essere noi”, accettandoci, durante “la nostra pratica”, così come siamo con tutto quello che incontriamo, momento dopo momento.

Approcciarsi alla meditazione con uno scopo“ora smetto di pensare/di soffrire/ora mi rilasso..” indica chiaramente che siamo diversi che come dovremmo essere, quindi non siamo adeguati: “Se fossi più rilassata, o più intelligente, o più impegnata, o più questo o più quello, se il mio cuore fosse più sano, se il ginocchio non mi facesse male, allora sarei ok. Così come sono ora, non vado bene.” (Kabat-Zinn) Leggi tutto “Il “Non Cercare Risultati””

La Fiducia

“Se io ho perso la fiducia in me stesso, ho l’universo contro di me”.

(Ralph Waldo Emerson)

La Fiducia è uno dei 7 Pilastri della Mindfulness.

Incrementare la fiducia nelle proprie competenze e nelle sensazioni del corpo è fondamentale nella pratica meditativa. Affidarsi al proprio intuito e alle proprie capacità, sebbene comunque passibili di errore, è preferibile all’affidarsi esclusivamente ad un “condottiero” al di fuori di noi. Il nostro corpo attraverso i 5 sensi incontra la realtà prima della nostra mente, quindi se una sensazione ci mette in allarme dicendoci che quella cosa non fa per noi, perchè non accettare e dare credito alla nostra sensazione piuttosto che affidarci ai dettami di chi la pensa diversamente? Leggi tutto “La Fiducia”

La Mente del Principiante

Il vero segreto dell’ apprendimento è avere sempre una mente da principiante perché nella mente di un principiante ci sono molte possibilità, nella mente di un esperto, poche.”

Shunryu Suzuki

La Mente del Principiante è un altro dei 7 Pilastri della Mindfulness.

Molto spesso i nostri pensieri e i nostri apprendimenti non ci permettono di incontrare la realtà per quello che è veramente. Diamo per scontato ciò che viviamo abitualmente e come dice Kabat-Zinn “perdiamo di vista la straordinarietà dell’ordinario”. Per poter cogliere realmente la straordinarietà del momento presente va coltivata la mente del principiante, cioè una mente che volge lo sguardo agli accadimenti come se fosse la prima volta che li incontra. Nella Pratica Meditativa questa attitudine mentale è molto importante, ogni Pratica di Consapevolezza va incontrata come se fosse la prima volta, ogni Meditazione anche se ha sempre lo stesso oggetto di ancoraggio (ad esempio il respiro) sarà diversa, poiché ogni momento è unico ed irripetibile. Leggi tutto “La Mente del Principiante”

Come praticare la Consapevolezza: i 7 Pilastri della Mindfulness.

Per coltivare la Consapevolezza bisogna essere aperti, presenti e ricettivi. Non basta sedersi e attendere che qualcosa accada. L’attitudine con la quale ci si avvicina alla pratica è fondamentale, come ci insegna Kabat-Zinn questa attitudine è proprio ciò che determina i benefici che possiamo ottenere praticando Mindfulness.

La pratica della consapevolezza richiede solo che facciamo attenzione e guardiamo le cose così come sono. Non occorre che cambiamo nulla”(Kabat-Zinn). Leggi tutto “Come praticare la Consapevolezza: i 7 Pilastri della Mindfulness.”

L’Accettazione, cosa è, cosa non è, come coltivarla.

Accettare significa osservare le cose così come accadono nel momento presente, senza giudicarle e senza lasciarsi influenzare dai propri desideri: se provo tristezza, sto con la mia tristezza, è solo un’emozione che sto sentendo in questo momento.

L’accettazione a volte può essere un processo lungo e complesso, accompagnato da sofferenza ma prima o poi è inevitabile che arrivi. Più “si fa tardi nell’accettare” maggiore sarà la sofferenza che si vivrà, poiché la sofferenza = dolore x non accettazione. Non tutti gli accadimenti fortunatamente richiedono lunghi periodi di elaborazione prima di essere accettati, come avviene per i lutti, le gravi malattie, le separazioni, etc…

Nel quotidiano invece capita di spendere molte delle proprie risorse per combattere la realtà di ciò che ci accade, e quindi rifiutiamo di essere tristi, bassi, di provare dolore fisico. Ma dove ci porta tutto questo? Semplicemente ad intralciare il benessere, la crescita personale, il miglioramento di se stessi. Leggi tutto “L’Accettazione, cosa è, cosa non è, come coltivarla.”

Perchè insegnare la Mindfulness ai bambini?

La Mindfulness è una capacità innata che si utilizza, si sviluppa e si approfondisce grazie alla pratica e che prevede dunque una sorta di coltivazione, nel senso che occorre piantare e annaffiare i semi, e prendersene cura quando mettono radici e crescono nel terreno dei nostri cuori, per poi fiorire e fruttificare in modi interessanti, utili e creativi.” (Kabat-Zinn)

Le pratiche di Mindfulness possono guidare e favorire lo sviluppo dei bambini e dei ragazzi, grazie ad un allenamento costante infatti questi incrementano e migliorano la consapevolezza di se.

La Mindfulness educa ad essere totalmente presenti ed insegna ai bambini a coltivare la presenza: fisica, mentale, emotiva. Si può dire di essere presenti quando si è interamente in contatto con la propria esperienza. Tale abilità è favorita dall’essere attenti a ciò che accade momento dopo momento. Nasciamo con questa competenza, ma non allenandola la perdiamo, sebbene si possa imparare a coltivarla fin da piccoli. Leggi tutto “Perchè insegnare la Mindfulness ai bambini?”

MBSR

L’MBSR (mindfulness based stress reduction) è un programma di riduzione dello stress basato sulla mindfulness, finalizzato al miglioramento del benessere psico-fisico dei partecipanti grazie all’apprendimento di pratiche di meditazione di consapevolezza. Nasce nel 1979, quando Jon Kabat Zinn fonda la Stress Reduction Clinic (Clinica per la riduzione dello stress). Da qui i protocolli iniziano a diffondersi e a venire applicati nelle università e negli ospedali. Con gli anni i corsi si diffondono nei più disparati ambiti: aziende, scuole, mondo dello sport, carceri, in molti approcci psicoterapeutici, etc..

La prospettiva della Mindfulness introduce un modo diverso di entrare in contatto con la propria esperienza, insegnando come prendersi cura di se stessi, vivere al meglio, ad accettare gli accadimenti e a gestire lo stress. Leggi tutto “MBSR”

Mindfulness e Yoga migliorano le Funzioni Esecutive e incrementano i livelli di Energia

A dircelo è uno studio dell’Università di Waterloo in Canada.
Bastano solo 25 min al giorno di Meditazione Mindfulness o di Hatha Yoga per accendere alcune aree cerebrali, in particolar modo quelle deputate alle Funzioni Esecutive, quelle funzioni che regolano principalmente i processi di controllo, pianificazione e coordinazione.
I soggetti partecipanti allo studio hanno meditato, fatto yoga o passato del tempo a leggere (gruppo di controllo). Tutte e tre le attività avevano una durata di 25 min. Attraverso la somministrazione di appositi strumenti standardizzati si è riscontrato un miglioramento delle abilità legate alle funzioni esecutive per i soggetti che avevano praticato Mindfulness e Yoga ed un incremento dei livelli di Energia per chi aveva praticato Yoga. Quest’ul
timo dato sarebbe spiegabile alla luce della dinamicità dello yoga che come tutte le attività motorie comporta la produzione di endorfine.

Aspettando ulteriori studi PRATICHIAMO…