La Coppia in Crisi (parte 3): il ruolo dei Pensieri e delle Emozioni

Abbiamo concluso il precedente articolo sulla crisi di coppia accennando il tema che sarebbe stato trattato in questo articolo, ossia come alcuni pensieri, di cui spesso siamo scarsamente consapevoli, e alcune emozioni, incidono negativamente nella comunicazione tra partner.

Reazioni in apparenza sconcertanti assumono una luce diversa quando si intercettano i pensieri (gli addetti ai lavori li definiscono “pensieri automatici”, automatici poichè affiorano in maniera automatica nella nostra mente) che le hanno scatenate , una volta individuati i pensieri frutto del monologo interiore, si riesce a capire meglio in che modo si reagisce e perché la reazione è eccessiva.

Le trappole mentali che complicano i rapporti coniugali sono numerose, e sono il riflesso di involontarie distorsioni nell’elaborazione dell’informazione.

Per capire realmente il comportamento di una persona oltre ad i pensieri automatici vanno identificate le convinzioni (credenze assolute, globali, generalizzanti con cui le persone leggono gli accadimenti) che ne sono alla base. Mettendo a confronto le convinzioni di due partner spesso si può capire perchè lo scontro sarà inevitabile. Il conflitto fondamentale si manifesta nella rabbia e nell’ostilità.

Molte delle discussioni delle coppie in crisi sono accompagnate da una forte rabbia, da parte di uno o di entrambi i partner, esistono alcuni criteri che i membri della coppia dovrebbero tener presenti per ridurre al minimo i possibili danni delle discussioni troppo accese.

  1. I partner possono essere provocatori senza motivo, nel modo in cui parlano dell’educazione della prole, della gestione del budget economico, etc.. Spesso fanno uso di sarcasmo, sottili punzecchiature, critiche mal fatte. La cosa migliore sarebbe quella di dichiarare apertamente cosa desiderano.

  2. Il parlare nel modo sopra descritto spesso può essere dettato dalla credenza di essere nel giusto, oppure dall’aver appreso dalla famiglia d’origine questo modello di interazione.

  3. Rabbia ed ostilità sono emozioni primordiali, per questo nella maggioranza dei casi bisognerebbe imparare a gestire o a ridurre una rabbia eccessiva.

  4. Le possibili tecniche di controllo sono: trattenersi dall’agire in preda all’ira, sospendere momentaneamente le discussioni troppo accese.

  5. Una volta che i partner sono in grado di individuare i pensieri automatici e le distorsioni cognitive alla base della loro rabbia, possono generare soluzioni alternative e costruttive per la soluzione dei problemi.

Leggi tutto “La Coppia in Crisi (parte 3): il ruolo dei Pensieri e delle Emozioni”

La Coppia in Crisi, parte 2

Nel precedente articolo sulla coppia in crisi sono state elencate le aree che in terapia cognitiva vengono esplorate insieme ai partner, ora le vedremo in maniera più specifica:

Le aspettative tacite e non realistiche

È normale che si inizi un percorso assieme ad un compagno con un bagaglio di aspettative, spesso taciute, che diventano evidenti solo quando vengono frustrate. In molte dispute il nocciolo della questione è rappresentato dalle aspettative che i partner hanno circa i rispettivi ruoli all’interno della famiglia, aspettative che hanno un’origine precoce: apprese all’interno della propria famiglia d’origine. In questo caso il conflitto è originato esattamente dalle aspettative divergenti. Quando queste vengono frustrate generalmente i membri della coppia le riducono, adattando fantasie e sogni alla realtà dell’unione e imparano a convivere con questa situazione anche se a volte può essere fonte di tristezza. Le cose, però, non vanno sempre così, talvolta aspettative, sogni e speranze invece di ridursi si intensificano andando incontro ad una inevitabile frustrazione, se prima l’emozione provata era tristezza ora diventa rabbia, questo si verifica quando le aspettative diventano regole implicite (quando un desiderio si trasforma in pretesa). Regole che non prendono in considerazione i desideri ed i bisogni del proprio compagno e che se venissero espresse apertamente, apparirebbero totalmente arbitrarie ed irrazionali. Buona parte della rabbia che caratterizza i matrimoni in crisi è determinata dall’inosservanza di queste regole. Leggi tutto “La Coppia in Crisi, parte 2”

Testimonianze Video Partecipanti Corso MBSR

Di seguito troverete le testimonianze di due delle partecipanti all’MBSR (Percorso di Riduzione dello Stress basato sulla Mindfulness).

Grazie di cuore ad Ines e Clelia.

 

L’Ansia e la Paura

“L’Ansia è l’interesse che si paga su un guaio prima che esso arrivi”

W. R. Inge

L’ansia è uno stato emozionale pervasivo, è “una tensione anticipatoria di un evento minaccioso, ma vago, un senso di disagevole apprensione…così strettamente connesso alla paura che, in molti casi, questi due termini vengono usati in modo intercambiabile” (S. Rachman).

Chi di noi almeno una volta nella propria vita non ha provato ansia e paura? Queste due emozioni però presentano delle differenze. La paura è una reazione emotiva davanti ad un pericolo specifico, è una risposta automatica di allarme prodotta da una valutazione di tipo cognitivo che ci dice “attenzione qualcosa sta minando la tua sicurezza”, immaginate che state facendo una gita in montagna e all’improvviso spunta un serpente sul vostro sentiero. Le reazioni di paura sono intense, di durata limitata, rivolte ad un oggetto specifico (il nostro serpente) e cessano quando il pericolo non è più presente. In uno stato ansioso invece può essere molto difficile individuare la causa che provoca tensione e disagio. Nell’ansia inoltre aumenta lo stato di vigilanza, è come se in un certo senso l’individuo si preparasse ad affrontare la catastrofe imminente che sente stia per accadere. Facciamo un esempio, una persona che è molto spaventata quando si trova davanti ad un cane, ogni volta che si avvicinerà ad un parco inizierà a percepire nervosismo e preoccupazione, pensando “e se incontro un cane che mi salta addosso e mi morde? Chi mi potrà aiutare?”, in questo momento la persona sta provando ansia, quando invece si troverà a quattro occhi con il cane scatterà la paura.

É importante però comprendere che l’ansia non è sempre un’emozione negativa, un livello funzionale di ansia è utile quando ad esempio si deve affrontare un esame importante, in questo caso l’ansia ci incita a dare il meglio, rendendoci maggiormente vigili e presenti, inoltre ci mette in guardia nelle situazioni di pericolo, consentendoci la sopravvivenza, se non sperimentassimo l’ansia attraverseremo la strada senza guardare e….. Leggi tutto “L’Ansia e la Paura”

Quando l’amore non basta: la coppia in crisi

La rivoluzione operata dal cognitivismo ha enfatizzato l’uso del pensiero per risolvere i problemi, o per crearli od aggravarli. La forza motrice del comportamento è il modo in cui si pensa, un pensiero schietto e limpido spinge a comportarsi in maniera nettamente differente rispetto a quando si è spinti da un pensiero intralciato da significati simbolici distorti, da interpretazioni errate, e ragionamenti illogici. Quando un membro di una coppia commette un errore sia nel giudicare, sia nel comunicare si provoca una sofferenza e rischia di provocare sofferenza anche al proprio compagno, dovendo inoltre a volte subire le conseguenze di tale errore.

Per potersi districare in questo labirinto di pensieri bisogna far uso di un tipo di ragionamento d’ordine superiore, ma purtroppo nei rapporti di coppia la capacità di identificare e correggere gli errori commessi, dettati da giudizi ed interpretazioni sbagliate, è carente. A volte due partner ritengono di parlare la stessa lingua capita però che ciò che uno dice e l’altro sente siano due cose agli antipodi. Una comunicazione difettosa determina frustrazione e delusione in molte coppie. Gli errori di interpretazione a volte si intensificano così tanto finendo con il creare situazioni irreversibili, ma se i partner se ne rendono conto in tempo, lo tsunami può essere bloccato.

Il fine della terapia cognitiva è quello di aiutare le coppie in questo lavoro: rendere chiaro ad entrambi il loro modo di pensare e comunicare, con l’obiettivo di evitare le interpretazioni sbagliate. Leggi tutto “Quando l’amore non basta: la coppia in crisi”

Nutrire la Consapevolezza

La presenza mentale non consiste nel prestare maggiore attenzione, ma piuttosto nel prestare attenzione in modo diverso e più saggio; con tutta la mente e con tutto il cuore, utilizzando a pieno le risorse del corpo e dei sensi

M.Williams, J. Teasdale, Z. Segal, J. Kabat-Zinn

Si racconta che un famoso scrittore di viaggi fu invitato a cena da una facoltosa famiglia in Giappone, diversi erano gli ospiti presenti per l’occasione. Si trattava di una cena molto speciale poiché una delle portate prevedeva l’utilizzo del pesce palla, un pesce altamente prelibato ma anche noto per la sua pericolosità, è infatti estremamente velenoso (mortale), ma chef esperti sono in grado di asportare via il veleno. Lo scrittore quando giunse la portata la gustò lentamente, boccone dopo boccone e ammise di non aver mai mangiato nulla di così sublime. Quando il padrone di casa gli chiese come era stata la sua esperienza, lui rispose estasiato esaltando l’unicità del cibo appena assaporato, solo dopo questa risposta gli fu svelato che in realtà aveva mangiato del comunissimo pesce (il pesce palla era stato mangiato a sua insaputa da un altro commensale).

Lo scrittore imparò che non era importante quanto fosse buono, prelibato e costoso un cibo, ma quanto poteva essere speciale un alimento ordinario se mangiato con consapevolezza boccone dopo boccone.

Un’esperienza ordinaria può diventare straordinaria se affrontata consapevolmente (prestando attenzione in maniera intenzionale e non giudicante a ciò che sta accadendo nel momento presente, accogliendo le cose così come sono).

Possiamo applicare la Consapevolezza o Presenza Mentale o Mindfulness (sono tutti sinonimi) ad ogni esperienza: ad una camminata, a bere una tazzina di caffè, modificando completamente l’esperienza che stiamo vivendo. Dobbiamo semplicemente mettere a tacere il pilota automatico, che è un nostro fedelissimo compagno di viaggio ed immergerci nel momento presente.

É difficile rendersi conto come e quanto le nostre esperienze quotidiane siano incomplete se affrontate senza consapevolezza. Prendetevi 10 minuti e provate a fare questa semplice pratica: “un assaggio di consapevolezza, mangiare con i sensi”.

Munitevi di un chicco di uva passa e procedete nell’ascolto del file.

Bibliografia

M. Williams, J. Teasdale, Z. Segal, J. Kabat Zinn (2010), Ritrovare la Serenità Milano. Raffaello Cortina Editore

La Resilienza

Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi.

V. Lombardi

La Resilienza è la capacità di fronteggiare positivamente eventi traumatici, esperienze negative e/o stressanti. Come altri termini, di uso e abuso comune (lo stress, ad esempio, che è la tensione e lo sforzo a cui è sottoposto un materiale rigido in condizioni di sollecitazione), è stato preso in prestito dall’ingegneria, dove sta ad indicare la capacità di un materiale di sopportare un urto senza rompersi.

Quando ci si trova davanti ad una situazione stressante si può reagire in due modi, o lasciandosi travolgere oppure affrontando le avversità, pensiamo ad esempio ad un rifiuto sociale: ci piace molto una persona e le chiediamo di uscire, lei/lui rifiuta l’invito dichiarando di non essere interessato a noi. Chi ha una bassa resilienza probabilmente passerà giorni a rimuginare, chi ha una buona resilienza accetterà il no ed andrà avanti con la sua vita. Diversi studi hanno dimostrato che lo stile di resilienza di una persona rimane immutato sia davanti alle piccole cose (eventi stressanti di lieve entità), sia davanti alle grandi cose (un lutto ad esempio). Quando si ha una bassa resilienza si tende a reagire alle avversità con ansia, depressione e impotenza. Avere una buona capacità di resilienza invece significa possedere delle capacità di fronteggiamento e la motivazione che permettono di affrontare gli eventi negativi senza che questi ci travolgano.

Gli studi dimostrano che le persone che hanno una buona resilienza sono consapevoli, ottimiste, con un buon livello di autostima, con una robustezza psicologica ed estroverse. Leggi tutto “La Resilienza”

Psy workshop: Il Senso di Colpa

 

Sabato 28 Aprile 2018, presso il Centro Olistico Essere e Divenire, si terrà un Psy Workshop sul Senso di Colpa. Impareremo a riconoscere i nostri Sensi di Colpa, a discriminare quelli Sani da quelli Patologici e a liberarci da questi ultimi, che spesso minano la nostra autostima e la nostra serenità.

Per info, clicca qui

Il Permaloso

Una mente che è “sulla difensiva” non è una mente aperta.
Napoleon Hill

Permaloso è colui che si offende facilmente davanti ad una critica, un’osservazione o una frase ironica che gli è stata rivolta.

Come reagisce a tutto questo il permaloso? O si chiude a riccio, rimanendo in silenzio anche per lunghi periodi, o attacca per difendersi, mostrando a volte una reazione impulsiva esagerata, o “il permaloso in via di guarigione”esprime assertivamente il disagio che sta provando, per cercare un confronto, per comprendere un punto di vista diverso dal proprio.

Diversi sono i motivi che possono spingere una persona ad essere permalosa:

Il Lasciare Andare

Il segreto non è dimenticare, ma lasciare andare. E quando tutto se ne sarà andato, sarai ricco nella perdita”.

Rebecca Solnit

Il lasciare andare è l’ultimo dei 7 Pilastri della Mindfulness.

Come sempre vi ricordo che quando parliamo dei 7 Pilastri ci riferiamo in particolar modo alla pratica meditativa.

Il lasciare andare o non attaccamento significa accettare le cose così come sono. Capita di frequente che quando ci sediamo a meditare la nostra mente e il nostro corpo inizino a produrre pensieri, emozioni, sensazioni, alcuni ci piacciono talmente tanto che vorremmo tenerli con noi per sempre, altri invece ci turbano e ci infastidiscono, vorremmo che non fossero mai stati prodotti, il lasciare andare consiste nel non aggrapparsi alle nostre produzioni, belle o brutte che siano e ci spinge ad essere semplicemente spettatori di ciò che accade sul palcoscenico della nostra mente e del nostro corpo: “quando notiamo che la mente tende ad attaccarsi a qualcosa o a respingere qualcosa, possiamo ricordarci di lasciare andare quegli impulsi, di proposito, per vedere cosa succede. Quando ci troviamo a giudicare la nostra esperienza possiamo lasciare andare quei giudizi. Ci limitiamo a registrarli, senza dare loro ulteriore energia.”(Kabat-Zinn) Leggi tutto “Il Lasciare Andare”