Perchè portare la Consapevolezza a tavola con noi? Prima di rispondere a questa domanda vorrei proporvi di prendervi 10 minuti di tempo per fare questa pratica.
Ognuno di voi probabilmente avrà avuto un’esperienza differente, sperimentando sensazioni, pensieri ed emozioni. In questi anni la mia pratica sia come clinico sia come insegnante Mindfulness mi ha dato la grande opportunità di conoscere le esperienze di chi ha sperimentato la meditazione con l’uva passa. Una cosa comune a tutti è stato il sentimento di meraviglia accompagnato dalle più disparate affermazioni “non credevo che l’uvetta fosse così buona” “il più buon chicco di uva passa che io abbia mai mangiato” “ne ho sempre mangiato a manciate ho scoperto che un odore nauseante””non mi è mai piaciuta ma in fondo il suo sapore non è terribile” “avrei riso se qualcuno mi avesse detto di mangiarne solo un chicco, sono goloso, eppure ora mi sento appagato””come è possibile che un insignificante chicco di uva passa fornisca un tripudio di sensazioni?”.
Questo è ciò che accade quando decidiamo di portare la Consapevolezza a tavola con noi. Mangiare con Consapevolezza significa mangiare con tutti i nostri 5 sensi. Proviamo invece a riflettere su come mangiamo quotidianamente: in piedi, al telefono, davanti alla tv, leggendo il giornale, davanti al pc perchè dobbiamo finire quel lavoro o al volante mentre proviamo a conciliare gli x impegni di una interminabile giornata. Mangiamo con il pilota automatico, non osserviamo il cibo, non ci soffermiamo sulle sensazioni tattili che provengono dal contatto con esso, non lo ascoltiamo, non odoriamo il profumo che emana, non lo gustiamo, a mala pena lo mastichiamo.
Quando si inzia a praticare, portando la consapevolezza durante i nostri pasti, avviene qualcosa di straordinario e l’esperienza di mangiare qualsiasi cibo, che erroneamente credevamo di conoscere, diventa ogni volta unica ed irripetibile. Mi è capitato di ascoltare i vissuti di persone che seguendo un percorso di consapevolezza avevano fra le diverse consegne quella di effettuare almeno un pasto consapevole al giorno, una ragazza stupita ha raccontato di essersi resa conto di detestare sia il gusto delle patatine fritte (gli snack in busta) sia la sensazione di unto e sporco che le rimaneva sulle dita dopo averle mangiate, un altro signore ha raccontato che dopo aver mangiato un wurstel usando tutti i sensi, cibo tanto amato in passato, lo ha trovato semplicemente disgustoso, chiedendosi come aveva fatto in precedenza a trovarlo così appetitoso, ma l’insight che mi ha emozionata di più è stato quello di una anziana signora che ha affermato “ho capito che non sono golosa di dolci, come ho sempre sostenuto di essere, giustificando in questa maniera il mio arrivare a mangiare mezza torta, il vero goloso è colui che si gusta, che coccola ed accoglie il suo cibo preferito e quando fai questo non hai bisogno di mangiare mezza torta, una fetta è più che sufficiente…”
Se si vuole modificare il proprio rapporto con il cibo il primo passo è quello di portare la Consapevolezza a tavola con se.
Nei prossimi articoli troverete un file audio con una pratica di Consapevolezza sul Cibo.