Abbiamo concluso il precedente articolo sulla crisi di coppia accennando il tema che sarebbe stato trattato in questo articolo, ossia come alcuni pensieri, di cui spesso siamo scarsamente consapevoli, e alcune emozioni, incidono negativamente nella comunicazione tra partner.
Reazioni in apparenza sconcertanti assumono una luce diversa quando si intercettano i pensieri (gli addetti ai lavori li definiscono “pensieri automatici”, automatici poichè affiorano in maniera automatica nella nostra mente) che le hanno scatenate , una volta individuati i pensieri frutto del monologo interiore, si riesce a capire meglio in che modo si reagisce e perché la reazione è eccessiva.
Le trappole mentali che complicano i rapporti coniugali sono numerose, e sono il riflesso di involontarie distorsioni nell’elaborazione dell’informazione.
Per capire realmente il comportamento di una persona oltre ad i pensieri automatici vanno identificate le convinzioni (credenze assolute, globali, generalizzanti con cui le persone leggono gli accadimenti) che ne sono alla base. Mettendo a confronto le convinzioni di due partner spesso si può capire perchè lo scontro sarà inevitabile. Il conflitto fondamentale si manifesta nella rabbia e nell’ostilità.
Molte delle discussioni delle coppie in crisi sono accompagnate da una forte rabbia, da parte di uno o di entrambi i partner, esistono alcuni criteri che i membri della coppia dovrebbero tener presenti per ridurre al minimo i possibili danni delle discussioni troppo accese.
-
I partner possono essere provocatori senza motivo, nel modo in cui parlano dell’educazione della prole, della gestione del budget economico, etc.. Spesso fanno uso di sarcasmo, sottili punzecchiature, critiche mal fatte. La cosa migliore sarebbe quella di dichiarare apertamente cosa desiderano.
-
Il parlare nel modo sopra descritto spesso può essere dettato dalla credenza di essere nel giusto, oppure dall’aver appreso dalla famiglia d’origine questo modello di interazione.
-
Rabbia ed ostilità sono emozioni primordiali, per questo nella maggioranza dei casi bisognerebbe imparare a gestire o a ridurre una rabbia eccessiva.
-
Le possibili tecniche di controllo sono: trattenersi dall’agire in preda all’ira, sospendere momentaneamente le discussioni troppo accese.
-
Una volta che i partner sono in grado di individuare i pensieri automatici e le distorsioni cognitive alla base della loro rabbia, possono generare soluzioni alternative e costruttive per la soluzione dei problemi.
Alcune persone ritengono che la manifestazione della rabbia sia una cosa giusta, questo pensiero è basato sulla convinzione del sollievo immediato e dell’apparente soddisfacimento che ne ottengono, tralasciando però gli effetti deleteri che l’espressione inappropriata della propria rabbia potrebbe avere sul compagno. Le critiche non costruttive, le calunnie e gli insulti che i partner si scambiano in preda alla rabbia creano una serie di ferite che si accumulano e nel tempo portano a creare un immagine estremamente negativa del partner che attacca: un nemico. Quando in una coppia scoppia un litigio c’è la seguente progressione: in primis i partner hanno l’impressione di aver subito un torto, si arrabbiamo, hanno l’impulso ad attaccare, attaccano. La sequenza può essere interrotta ad ogni stadio: si può correggere l’idea di essere stato vittima di un torto, dissipare la rabbia e reprimere l’impulso di attaccare. Allenandosi a riconoscere il primo segnale di insorgenza della rabbia e a gestirla subito, la reazione può essere istantanea: concentrazione immediata su i pensieri automatici, le distorsioni cognitive e le convinzioni di fondo che la sottendono. Cogliendo le distorsioni e correggendole si può ridurre l’ostilità.
Bibliografia:
Beck A. T. (1984). Principi di Terapia Cognitiva. Un approccio nuovo alla cura dei disturbi affettivi. Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini Editore. Roma.
Beck A. T. (1990). L’amore non basta. Come risolvere i problemi del rapporto di coppia con la terapia cognitiva. Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore. Roma.