Quando l’amore non basta: la coppia in crisi

La rivoluzione operata dal cognitivismo ha enfatizzato l’uso del pensiero per risolvere i problemi, o per crearli od aggravarli. La forza motrice del comportamento è il modo in cui si pensa, un pensiero schietto e limpido spinge a comportarsi in maniera nettamente differente rispetto a quando si è spinti da un pensiero intralciato da significati simbolici distorti, da interpretazioni errate, e ragionamenti illogici. Quando un membro di una coppia commette un errore sia nel giudicare, sia nel comunicare si provoca una sofferenza e rischia di provocare sofferenza anche al proprio compagno, dovendo inoltre a volte subire le conseguenze di tale errore.

Per potersi districare in questo labirinto di pensieri bisogna far uso di un tipo di ragionamento d’ordine superiore, ma purtroppo nei rapporti di coppia la capacità di identificare e correggere gli errori commessi, dettati da giudizi ed interpretazioni sbagliate, è carente. A volte due partner ritengono di parlare la stessa lingua capita però che ciò che uno dice e l’altro sente siano due cose agli antipodi. Una comunicazione difettosa determina frustrazione e delusione in molte coppie. Gli errori di interpretazione a volte si intensificano così tanto finendo con il creare situazioni irreversibili, ma se i partner se ne rendono conto in tempo, lo tsunami può essere bloccato.

Il fine della terapia cognitiva è quello di aiutare le coppie in questo lavoro: rendere chiaro ad entrambi il loro modo di pensare e comunicare, con l’obiettivo di evitare le interpretazioni sbagliate.

Una forma di collante per le coppie sono spesso le pressioni che provengono dall’esterno: l’incoraggiamento e la speranza dei genitori e di tutti i parenti ed il fatto che la coppia agli occhi della comunità deve restare unita. Sebbene una serie di forze vincolanti operino al fine di intensificare il rapporto come mai capita che qualcosa non vada per il verso giusto? Perché l’amore e tutti gli altri incentivi non sono abbastanza forti per tenere unita una coppia? Contro tutto questo possono a volte entrare in azione forze centrifughe che vanno a sgretolare il rapporto: delusioni che demoralizzano, interpretazioni bizzarre ed errate, mancanza di comunicazione, ecco perché l’amore non basta, perché non può resistere da solo contro queste forze disgregative, ma soprattutto contro le conseguenze emotive create da queste forze: la rabbia e il rancore.

L’idealizzazione del rapporto di coppia e del matrimonio rende a volte impreparati alle delusioni. Frustrazioni, conflitti e fraintendimenti provocano rabbia, e l’amante, l’amico, il compagno e l’alleato diventano un’unica cosa: l’avversario.

L’approccio cognitivo cerca le radici delle difficoltà coniugali concentrando l’attenzione su i problemi attuali visibili e nascosti.

Una volta che si possiede un quadro chiaro su gli atteggiamenti di auto-frustrazione della coppia e su le distorsioni relative al modo di pensare e comunicare si può illustrare ad i partner l’origine dei loro problemi:

  • La forza del pensiero negativo: come le interpretazioni negative possono sopraffare il positivo del matrimonio.

  • Il passaggio dall’idealizzazione alla delusione: perché l’immagine del partner prima del tutto positiva diventi poi totalmente negativa.

  • L’attrito tra prospettive diverse: i partner posso vedere se stessi ed un medesimo evento in modi completamente differenti.

  • L’imposizione di rigide aspettative ed inviolabili regole: l’imposizione di standard rigidi porta spesso alla frustrazione e alla rabbia.

  • Lo stallo a livello comunicativo: i partner a volte non sentono ciò che viene detto ma sentono invece cose non dette.

  • Gli screzi sulle decisioni importanti ed il cedimento del sodalizio.

  • Il ruolo dei pensieri automatici: che precedono emozioni disfunzionali come rabbia ed il comportamento auto frustrante.

  • Le distorsioni cognitive.

  • L’ostilità che spezza le coppie.

Gli obiettivi di una unione serena sono:

sforzarsi di porre solide fondamenta di fiducia, lealtà, rispetto e sicurezza. Il coniuge/compagno è la persona che più si ha vicina ed ha il diritto di poter contare sul partner come alleato, difensore e sostenitore.

coltivare la parte affettuoso- emotiva del rapporto: sensibilità, comprensione, dimostrazioni di affetto. Il partner dovrebbe essere visto come confidente, amico e compagno.

rafforzare il sodalizio: favorire la collaborazione, agire con riguardo, ed essere accomodanti.

sviluppare le proprie capacità comunicative alfine di prendere nella maniera migliore decisioni su questioni pratiche.

Una coppia può superare le difficoltà se riconosce che una serie di emozioni negative come rabbia, frustrazione e delusione sono causate da una serie di incomprensioni che hanno alla base comunicazioni ed interpretazioni errate circa il modo di agire del proprio compagno e non una incompatibilità di fondo.

L’incomprensione è un processo che inizia quando un coniuge si fa un’immagine deformata dell’altro, deformazione che porta a formulare una serie di errate interpretazioni su ciò che l’altro dice o fa, finendo inevitabilmente per attribuirgli cattive intenzioni.

Eliminando gli atteggiamenti che favoriscono la colpa ed il biasimo i partner possono offrirsi aiuto reciproco e darne alla coppia.

Capita a volte di attribuire al partner (in base ad azioni da lui compiute) tratti malevoli, egoismo, cattiveria,odio, o il bisogno di mantenere il controllo sull’altro membro della coppia, ma se si considerano queste azioni sotto una differente luce ci si rende conto che le azioni dell’altro possono essere supportate da motivazioni benevole, sebbene mal dirette, quali l’auto-protezione o i tentativi di non essere abbandonato.

L’applicazione dei principi della terapia cognitiva alle coppie in crisi si traduce nell’esplorazione, assieme ai partner in difficoltà, di:

  • Aspettative non realistiche

  • Atteggiamenti di auto frustrazione

  • Spiegazioni negative

  • Conclusioni illogiche

  • Mancanza o stasi nella comunicazione

    Nei prossimi articoli vedremo in dettaglio alcuni dei punti che sono stati trattati.

    Bibliografia:

    Beck A. T. (1984). Principi di Terapia Cognitiva. Un approccio nuovo alla cura dei disturbi affettivi. Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini Editore. Roma.

    Beck A. T. (1990). L’amore non basta. Come risolvere i problemi del rapporto di coppia con la terapia cognitiva. Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore. Roma.

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