“L’autostima è l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo da di se stesso”(Battistelli 1994).
Tanto più questi giudizi si discostano da ciò che si desidera essere tanto più l’autostima sarà bassa.
Avere una bassa autostima significa sperimentare pensieri, sensazioni ed emozioni negative: “non valgo nulla”, “sono un incapace”, “sbaglio sempre”, questi pensieri si associano a tristezza, senso di colpa, insicurezza che a sua volta si possono associare a sensazioni corporee di malessere.
Chi possiede un autostima particolarmente elevata invece si sente invincibile, ha una cieca fiducia nei confronti delle proprie abilità e soprattutto pensa di non avere limiti.
L’ideale sarebbe collocarsi tra i due estremi, quindi essere in grado di valutare obiettivamente le proprie competenze accettando i propri limiti e cercando di superarli quando è possibile.
L’autostima è un costrutto dinamico, questo vuol dire che può variare nel tempo, quindi una bassa autostima può essere sicuramente incrementata.
Diversi sono gli elementi che contribuiscono a formare il senso di autostima. Secondo alcuni ricercatori, sarebbero 6 ( Epstein, Harter, Marsh e Holmes, Bracken):
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Famiglia
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Relazioni Interpersonali
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Ambito Professionale (scuola o lavoro)
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Aspetto Fisico
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Controllo su Ambiente
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Emotività
Chi possiede una buona autostima dovrebbe sentirsi soddisfatto e reputarsi appagato in ognuna di queste 6 aree, ma può capitare a volte di dare una importanza eccessiva ad uno di questi 6 elementi ad esempio l’ambito professionale. Proviamo a pensare ad una persona che ha messo sempre al primo posto il lavoro e sfortunatamente si trova a perderlo, nonostante si senta appagato in tutte le altre 5 aree, potrebbe sperimentare un calo di autostima, tutto questo probabilmente sarà associato a pensieri negativi su se stesso, tristezza e senso di malessere.
Per incrementare il senso di autostima si può lavorare su due livelli, dal punto di vista cognitivo andando a ristrutturare tutti quei pensieri disfunzionali che sono fonte di malessere e impediscono il cambiamento, sul piano dell’accettazione imparando a confrontarsi con i propri limiti e accettando ciò che non può essere cambiato.
Bibliografia:
Ellis A., (1993), L’Autoterapia Razionale Emotiva, Centro Studi Erickson, Trento.
Giusti E. (1997), Autostima. Psicologia della sicurezza in se. Sovera Edizioni, Roma.
Strocchi M.C., (2012), Autostima, se non ami te stesso., chi ti amerà? San Paolo Edizioni.
Zampone F., (2016), Migliora la tua autostima. Giunti.